Ri-scoprire Antonio Gramsci, Le riviste ritrovate

di Giorgio Serra

Nella mostra multimediale “Ri-scoprire Antonio Gramsci, Le riviste ritrovate, la formazione culturale in Sardegna”,  ospitata nell’aula magna del Liceo Dettori di Cagliari, sono presenti numerosi documenti che testimoniano gli inizi della formazione politica culturale del pensatore di Ales. Si tratta di documenti ritrovati dal nipote Luca Paulesu rinvenuti nel sottotetto nella vecchia casa di Teresa Gramsci ( la sorella prediletta di Nino) e consistono in riviste letterarie e d’avanguardia alle quali Gramsci si era abbonato prima come studente a Santu Lussurgiu e a Cagliari poi durante il suo garzonato universitario a Torino. Veniamo al primo inizio che poi riguarda la sua professione più duratura: quella di giornalista. Si tratta di un biglietto importante, autografo del suo professore del Liceo, Raffa Garzia che era anche direttore e azionista di uno dei tre quotidiani che allora si stampavano a Cagliari, L’unione sarda, tramite il quale verrà nominato corrispondente per il giornale. Vi si legge “il 21.7.1910, Gentilissimo sig. Gramsci Ghilarza, eccole la tessera desiderata. Benvenuta la Sua collaborazione: ci mandi ora e in avvenire tutte le notizie di pubblico interesse e gliene saremo grati noi e i lettori. Mi abbia intanto con sincero affetto Affez.mo Suo D. R. Garzia”.  Sull’Unione sarda Gramsci pubblicherà solo un articolo il 26. 7. 1910 concernente le elezioni comunali di Aidomaggiore, già in questo scritto appare in nuce quello spiritello ironico che non lo abbandonerà mai e che sarà una cifra costante in tutti i suoi scritti giornalistici così abbondanti da poter riempire quindici o venti volumi da quattrocento pagine ciascuno.

A scandagliare con attenzione le riviste esposte ( Il Marzocco, Le cronache letterarie, La Lupa, Piemonte, La Voce, L’Unità. Patria) si possono individuare sia gli interessi storico-politico-culturali, soprattutto questi ultimi, sia il metodo di studio rigoroso del giovane Gramsci, il quale sottolinea e scheda razionalmente tutto ciò che legge. Nelle riviste ritrovate sono presenti temi, opere e autori che saranno il fulcro delle sue riflessioni contenute nei Quaderni del carcere. Il teatro, per ora quello di Carlo Goldoni, è l’argomento trattato in un numero monografico della rivista Il Marzocco del 25 febbraio del 1907, sempre nella stessa teca è esposto il volume “Carlo Goldoni, la sua vita le sue opere” di Giulio Caprin con introduzione di Guido Mazzoni. Quest’ultimo del tutto assente nella bibliografia gramsciana ma che attraverso Raffa Garzia suo corrispondente, come lo fu anche il  Prof. Cosmo che tanta importanza ebbe per Gramsci studente dell’Università di Torino, ebbe un ruolo fondamentale per l’affinarsi del metodo di studio gramsciano. Benedetto Croce, il papa laico della filosofia italiana, è presente in un numero de Il Marzocco del 7 novembre del 1907 dove si parla del congresso della Società filosofica italiana e in numero  de “La lupa” del 22 gennaio del 1911. Non poteva mancare Padre Bresciani del quale fa bella mostra in una teca il volume  “Dei costumi della Sardegna”, un’edizione del 1872 proveniente dalla biblioteca del nonno materno di Gramsci. Dante Alighieri è presente, oltre in svariati articoli nelle riviste, con una bella edizione del suo libro “De monarchia”. Non potevano mancare Rudyard Kipling e  Edmondo de Amicis insieme a Giosuè Carducci. Di quest’ultimo è presente l’opera completa in svariati volumi  di color rosso vermiglio. Altra lettura del giovane Gramsci fu “L’origine della specie” di Charles Darwin, prersente con una pregevole edizione di fine ottocdento edita dalla UTET. Importantissimi i libri sulla sardegna e i sardi che il giovane Gramsci annotta e scheda  con meticolosa cura. Si va dal testo di michele Antonio Gazzano “la storia della Sardegna” all’occhiello del volume di Sebastiano Satta “Canti barbaricini” 

Oltre i libri e le riviste nelle teche fanno bella mostra gli originali di documenti importanti per la formazione giovanile di Gramsci: una sua versione autografa di un testo di Luciano di Samosata, corrispondenze con i suoi familiari, soprattutto con il fratello Gennaro, che testimoniano l’importanza di quest’ultimo nella formazione personale e politica del giovane studente di Ghilarza.  Molto belle alcune cartoline che i familiari ghilarzesi gli spediscono quando si trova recluso a Turi. Infine, quasi a suggellare il suo distacco dalla terra sarda, troviamo la pagella dell’esito finale del suo percorso liceale, promosso a pieni voti, insieme all’originale del tema  “Oppressi e oppressori” scritto da Gramsci nel novembre  del 1910 ma attualissimo per le riflessioni in esso contenute, le quali, da sole, presentano in nuce i temi  portati avanti dai cultural e post colonial studies che hanno sempre riconosciuto il loro debito nei confronti del pensiero gramsciano.