Letture e applicazioni delle categorie gramsciane

Progetto ‘Per una mappatura del pensiero di Antonio Gramsci nel mondo. Ricezione, traducibilità, declinazioni teoriche e praxis gramsciane’ (L.7/2007 RAS, annualità 2018).

Il ciclo di seminari è organizzato dal GramsciLab – Università di Cagliari – in collaborazione con l’Istituto Gramsci della Sardegna.

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14 Aprile 2021
Organizzare la fabbrica, fare la rivoluzione ovunque: attivismo operaio e Nuove Sinistre nei “global 1960s” Libanesi

Rossana Tufaro è dottore di ricerca in Studi sull’Asia e sull’Africa, specializzata in storia sociale del Libano contemporaneo. Negli ultimi anni si è occupata estensivamente della storia del lavoro libanese e delle sinistre arabe in prospettiva transnazionale. Attualmente è Cultrice della Materia in Storia contemporanea del Mondo Arabo presso l’Istituto Italiano di Studi Orientali dell’Università Sapienza e Research Fellow presso l’ONG Libanese Lebanon Support

I cosiddetti “lunghi anni ‘60” hanno notoriamente rappresentato uno dei periodi di più grande fermento rivoluzionario della storia sociale, politica e culturale del Novecento.

Dalle contestazioni studentesche ai grandi movimenti di decolonizzazione nel sud del mondo, il decennio ha infatti visto emergere ai quattro angoli del globo una moltitudine di nuovi attori e forze sociali impegnate a sovvertire dal basso il potere costituito in tutte le sue reificazioni, secondo pratiche, immaginari e grammatiche di emancipazione e dissenso costruite su una comune rielaborazione critica del patrimonio radicale ereditato,e la costante fertilizzazione reciproca.

In questo processo, l’intensa circolazione transnazionale di attivisti, testi ed esperienze rivoluzionarie gioca un ruolo di primissimo piano nel costruire alleanze, agende, e repertori militanti in grado di agire trasformativamente sui contesti locali in nome di un più ampio e condiviso progetto di emancipazione globale.

Attraverso il recupero dell’esperienza politica dei Comitati Operai, il seminario analizza un esempio delle innumerevoli forme attraverso cui la costruzione della rivoluzione globale ha preso forma nel Levante arabo, riservando un’attenzione particolare alle dinamiche e alle traiettorie tramite cui l’operaismo italiano è arrivato a rappresentarne parte integrante.

28 Aprile 2021
L’antropologia di Gramsci. Corpo, natura, mutazione

L’autore Gianni Pizza dialoga con Alessandra Marchi (Istituto Gramsci della Sardegna-GramsciLab) L’obiettivo del libro è sottolineare l’urgenza di un’antropologia gramsciana fondata su un metodo critico-politico. Esaminando le vocazioni antropologiche delle scritture di Antonio Gramsci, si intende gettare le basi per iniziare l’«inventario» delle «infinite tracce» impresse dalla storia nel nostro corpo. Seguendo Gramsci, si può trasformare ogni riflessione teorica in una pratica, una postura fisico-politica da assumere con responsabilità sulla scena pubblica. Fin dal suo avvio, l’antropologia di Gramsci appare un’impresa densa e difficile. Timore, trepidazione, fascino, gioia e altre emozioni coinvolgono chi si avvicini alla prosa gramsciana, dolcissima e complicata, lucidissima e implacabilmente riflessiva, grandiosa e terribile come il mondo nella sua interezza. Il tentativo è quello di «sentire e comprendere» un “Gramsci antropologo” nelle parole che egli ha riversato in quotidiani, riviste, lettere e quaderni, prima degli anni del carcere e durante la prigionia, in una straordinaria e sofferta esperienza di ricerca, conoscenza e lotta politica.

17 Maggio 2021
Gramsci teorico della soggettivazione politica.

Massimo Modonesi, professore ordinario della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali della UNAM, Messico ; coordinatore dell’Asociación Gramsci México ; membro del comitato direttivo dell’IGS. Nel 2017 ha occupato la cattedra Simón Bolivar (Sorbonne Nouvelle, Paris 3). Tra i suoi libri : The antagonistic principle. Marxism and political action (Brill-Haymarket, 2019) e Revoluciones pasivas en América (Itaca, 2017). *Programma visiting professor Regione Autonoma della Sardegna e in collaborazione con Aulas Abiertas seminario permanente di studi linguistici e letterari su America Latina e Caraibi

Nell’opera di Antonio Gramsci si trovano i fondamenti a partire dai quali si possono e si devono svolgere teorizzazioni marxiste sui processi di soggettivazione politica e, dunque, dell’azione collettiva e dei movimenti sociali. Le coordinate fondamentali del contributo gramsciano girano attorno alla sequenza e articolazione di tre questioni fondamentali: subalternità, autonomia ed egemonia.




26 Maggio 2021
Rivoluzione Passiva e movimenti sociali in Sudafrica, 2015- 2018.

Francesco Pontarelli, ricercatore post-doc nel centro di ricerca in “Community, Adult and Worker Education” all’Università di Johannesburg (Sudafrica). Ha conseguito un dottorato in sociologia presso l’Università di Johannesburg; un master in “Labour, social movements and development” presso la SOAS – University of London (UK); e un master in relazioni internazionali presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. E’ editor della sezione book reviews di “Notebooks, the Journal of Studies on Power”. Le sue aree di ricerca abbracciano campi utili per i movimenti sociali, tra cui il pensiero politico di Gramsci, international political economy, gli studi sul lavoro e l’educazione popolare.

Il seminario riguarda l’interpretazione e sviluppo dell’apparato teorico gramsciano, e in particolare del concetto di rivoluzione passiva, nell’analisi storica e sociologica di due movimenti sociali che hanno segnato il panorama negli ultimi anni in Sudafrica: l’unione di studenti e lavoratori esternalizzati a Johannesburg durante i movimenti conosciuti come Fees Must Fall e End Outsourcing, e l’iniziativa del sindacato dei metalmeccanici NUMSA di sganciarsi dall’alleanza con l’African National Congress (ANC), South African Communist Party (SACP) e Congress of South African Trade Unions (COSATU), e di costruire diverse organizzazioni della classe lavoratrice, tra cui una nuova federazione sindacale (SAFTU) e un nuovo partito dei lavoratori (SRWP). Grazie anche ad un lungo periodo di ricerca, il concetto di rivoluzione passiva, in un’interpretazione che ne sottolinea la tensione organizzativa, sarà impiegato come un framework per evidenziare le potenzialità e i limiti dei due movimenti e per ripensare le priorità delle organizzazioni che mirano a creare delle alternative allo status quo.

8 giugno 2021
Antonio Gramsci oggi, tra Italia e Argentina.

Pasquale Serra è professore associato in Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Salerno, dove dal 2021 insegna “Filosofia sociale” e di “Storia e culture dell’America Latina”. Dal 2013 al 2017 è stato Visiting Professor in alcune università argentine ed è responsabile presso l’Istituto Sturzo di Roma di una sezione di ricerca dedicata al pensiero politico argentino e ai rapporti tra Europa e America Latina. Tra le sue pubblicazioni : El populismo argentino (Prometeo, Buenos Aires, 2019); Populismo progressivo. Una riflessioni sulla crisi della democrazia europea (Castelvecchi, Roma, 2018).

Martín Cortés ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze sociali (Universidad de Buenos Aires) e Filosofia (Université Paris 8). Professore all’Università di Buenos Aires e ricercatore del CONICET (Consejo Nacional de Ciencia y Técnica- Argentina), ha pubblicato libri e articoli sulla teoria politica, il marxismo  latinoamericano e la storia della sinistra, tra cui: Translating Marx: José Aricó and the New Latin American Marxism (Historical Materialism- Brill, 2019).

Italia
L’intervento muove da una profonda insoddisfazione rispetto al modo “contemplativo” di coniugare il rapporto tra teoria e prassi da parte degli studi gramsciani in Italia, e dalla necessità di istituire un confronto con la ricezione argentina di Gramsci, dove resta fermo il rapporto tra teoria e politica e vivo il rapporto tra marxismo e analisi critica della realtà contemporanea. Si sono così create le condizioni per un rapporto più maturo con lo stesso Gramsci, capace di confrontarsi con i punti critici della sua teoria, al fine di spingere la sua ricerca oltre di sé.

Argentina
Il seminario propone una riflessione sul nazionale-popolare in Argentina,
inteso come tessuto sociale forgiato nel primo peronismo, trasceso e durato
al di là degli orientamenti ideologicamente diversi dei governi successivi. Attraverso il contrappunto tra diverse interpretazioni del peronismo, ci si focalizza su quelle che da sinistra hanno messo al centro l’attenzione per la questione del nazionale-popolare, concetto che mostra la sua attualità per leggere la politica argentina, ma anche rispetto ad altre esperienze e geografie.

15 giugno 2021
Gramsci e l'antropologia italiana. Incontri e ritorni.

Pietro Clemente, professore di Antropologia culturale presso l’università di Firenze, tra principali esponenti della “Scuola antropologica di Cagliari” che ha unito vari ambiti disciplinari, dall’etnografia alle tradizioni popolari, dalla linguistica, agli studi sul folklore. 
Allievo di Ernesto De Martino e Alberto Maria Cirese, Clemente ha collaborato attivamente con Clara Gallini, Carla Pasquinelli, Enrico Delitala, Placido Cherchi, Pier Giorgio Solinas e Giulio Angioni. Dirige dal 2003 la rivista LARES. 

Fra le sue pubblicazioni: Frantz Fanon tra esistenzialismo e rivoluzione (1971), Le parole degli altri. Gli antropologi e le storie della vita (2013), Oltre il folklore. Tradizioni popolari e antropologia nella società contemporanea (con Fabio Mugnaini, 2015), Acqua di luna e farina di stelle. Tutta l’umanità è nel pane (2018).

Clemente ha pubblicato e promosso numerosi incontri – ad esempio, il n. LXXIV monografico di Lares del 2008 sul tema «Gramsci ritrovato», il numero LXXVII monografico del 2011 su «Prove d’orchestra. Giorgio Baratta e Gramsci fra modernità e contemporaneità» – per fare il punto sugli usi di Gramsci nel mondo, con particolare attenzione ai Cultural Studies attraverso Stuart Hall e Kate Crehan, e ai Subaltern Studies di Ranajit Guha, e anche Edward Said e il mondo arabo, con le ingenti ricadute in ambito antropologico e politico che queste filiere culturali hanno avuto. Clemente illustra una cartografia dettagliata e variegata insieme della ricezione del pensiero gramsciano attraverso le categorie dell’egemonia, dei subalterni e del folklore. Una ricostruzione che è anche storia sociale dell’Italia nel dopoguerra, e insieme l’invito a condividere oggi quello sguardo gramsciano attento e perspicace sul mondo grande e terribile.